ISOLE DI TERRA, DI PIETRA, D'ARIA - Luciana Floris | |
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ISOLE DI TERRA, DI PIETRA, D'ARIALuciana FlorisL’isola come luogo-limite, come zona di confine è al centro di questi racconti che ripropongono il tema dell’abitare inteso come condizione di sradicamento. Si abita sempre su un’isola, si traccia un cerchio intorno a sé, un perimetro più o meno immaginario che permette di distinguere il dentro dal fuori. L’isola terrestre del mondo contadino è minacciato da una segreta mobilità marina. La dimora diventa prigione nell’isola -fortezza e permette così di abitare il «paese dell’anima». Ma c’è chi si ribella alla condizione di sradicamento tipica della postmodernità. L’abitante dell’isola aerea tenta di leggere il presente attraverso il mito per ritrovare un passato in cui il mondo era un sistema di segni ben ordinati: una mappa del divino. Forse è proprio la condizione dell’essere sradicati, esuli, che rende possibile un nuovo modo di abitare: non più legato a precise coordinate geografiche, ma ad un luogo della mente. L’impossibilità di abitare si fa, allora, dimora.
Luciana Floris, nata nel 1958, vive e lavora a Firenze dove insegna filosofia. Nell’89 è stata finalista al Premio Italo Calvino, nel ‘92 ha ricevuto il premio nazionale di narrativa «I delfini del Tirreno». Suoi racconti sono apparsi su varie riviste. Collabora come giornalista pubblicista ad alcuni quotidiani tra cui il manifesto. |