TERRA CONTIGUA - Biancamaria Frabotta | |
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TERRA CONTIGUABiancamaria Frabotta
Si direbbe che in queste poesie Biancamaria Frabotta possieda quello che in musica si chiama orecchio assoluto: l’impasto fonico e il ritmo tirano la volata al senso, e sembrano generare la stessa poesia nel suo farsi, fino a svelare invece un suo rigoroso discorso logico, che va dalle più affilate riflessioni filosofiche e amorose alla lucidità dell’insonnia al salto mortale del paradosso. Nelle traduzioni la maestà del verso e delle rime baudeleriane viene restituita in tutto il suo splendore: ma altre rivelazioni ci attendono, dall’arabo e dal rumeno e da Garçia Lorca. Spesso l’autrice adotta l’endecasillabo, la terzina dantesca e altre forme classiche (fino alla ironia metrica di certe canzonette pseudo-meliche), soprattutto nelle glosse e variazioni, personalissimi echi della vita invisibile e del suono di quelle terre protette dove troviamo Leopardi e Cvetaeva e Landolfi e Mandel’stam e Bataille, e delle quali le variazioni si pongono come terra contigua.
Biancamaria Frabotta è nata a Roma dove vive e lavora. Insegna Letteratura Italiana contemporanea a “La Sapienza”. Ha pubblicato i libri di poesia: Il rumore bianco (1982), Appunti di volo e altre poesie (1985), La viandanza (1995), La pianta di pane (2003), Gli eterni lavori (2005), Quartetto per le masse e voce sola (2009). |