IL GRANDE RUBINO
Nathaniel Hawthorne
a cura di Cesare Maoli
I protagonisti dei racconti riuniti insieme in questo libro sembrano suggerirci che non esiste via di mezzo tra il banale e il sublime, e che quest’ultimo rappresenta un magico Eden popolato di insidie. Eroi ingenui ma ambigui e a tratti anche perversi, tutti si votano con sorprendente energia al compimento di un’impresa: quella di rintracciare, nella realtà opaca delle loro passioni, le linee di una bellezza superiore, che poi infatti s’incarna ogni volta dinanzi ai loro occhi in una creatura o in un simbolo dotati di una trasparenza assoluta.
E' considerato uno dei più grandi narratori americani dell’Ottocento, insieme a Melville e Poe. Il nucleo essenziale della sua opera è costituito dai romanzi La lettera scarlatta (1850), senza dubbio il suo capolavoro, e La casa dei sette abbaini (1852), e inoltre da due raccolte di racconti, Muschi da un antico presbiterio (1846) e Racconti narrati due volte (1857).