PASSIONE E MORTE DI MICHELE SERVETO - Alfonso Malinconico | |
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PASSIONE E MORTE DI MICHELE SERVETOAlfonso MalinconicoIntroduzione di Mario Perniola Che rapporto esiste tra l’avanguardia culturale degli ultimi cinquant’anni e Michele Serveto? Perché questo pensatore continua a essere presente nella mente non solo di Alfonso Malinconico ma anche di studiosi italiani? Penso che le ragioni siano soprattutto due: una di carattere sociologico e l’altra di carattere religioso: Serveto, perseguitato dai cattolici quanto dai protestanti, da un lato incarna il tipo dell’intellettuale inorganico, dall’altro riesce a mantenere il ricordo di un’epoca in cui il sapiente era una figura importante, costituiva un pericolo, una minaccia, una sfida per i poteri. La seconda ragione è più profonda e riguarda proprio la tesi antitrinitaria sostenuta da Serveto. Le chiese storiche tradizionali sono sempre più minacciate dalla diffusione delle sette; tra queste la più aggressiva e la più pericolosa è il pentecostalismo. La tesi per la quale Serveto è stato perseguitato è proprio l’opposto del pentecostalismo: egli infatti affermava l’unità di Dio seguendo una strategia che mirava alla possibilità di un accordo tra le tre religioni monoteistiche e l’umanismo razionalistico
Alfonso Malinconico si è occupato di processi a streghe, untori ed eretici, anche con Storia della colonna infame (in Annali Università di Messina, 1994); Il canape, Ulisse editrice 2004; Cautio criminalis, Empiria 2004; Guglielmo Piazza in piazza, nell’antologia “Poesia a comizio” a cura di M. Carlino e F. Muzzioli, Empiria 2008; Trombocitemia, Marcus 2009. |