LA CHIAVE DI VETRO

Elio Pecora

Un libro – questo primo di Elio Pecora – che si fa leggere d’un fiato (nemmeno l’ombra del timore: resisterà fino in fondo? non si infrangerà « la chiave di vetro »?). Eppure, di pagina in pagina, il desiderio di restare si fa più forte: che cosa compone la magia del racconto? È il dettato? È il modo di essere vero? La tentazione dell’indugio: per la bellezza del rigo, per l’aristocrazia della voce – ma soprattutto per una rara sincerità. Tentazioni ostinate d’intelletto e di memoria. Ma il libro si legge tutto, subito. Rileggerlo domani? In altra luce, altra disposizione meno disposta? La stessa magia opera ancora. Non è rimasto dubbio: lo scrittore è autentico, il libro è il primo, ne seguiranno altri. La chiave di vetro racconta i primi passi dell’umanità di un uomo, che sa della vita, di sapere che non basta sapere – la consapevolezza non è tutto. Bisogna aspettare, essere disposti, essere preparati. Il ritmo condiziona l’evolversi di certe movenze del racconto: il racconto obbedisce a una esigenza di stile, senza mancare a se stesso. E lo stile, a sua volta nasce dall’esigenza del discorso, che non potrebbe altrimenti evolversi senza mutilazioni, o strappi. Elio Pecora ha iniziato il suo itinerario di scrittore. Un viaggio lungo, audace. Mario Ramous