Edoardo Cacciatore
Il poemetto di Cacciatore rinasce in Italia negli anni fra “Officina” e “Il Verri”, fra Pasolini e Pagliarani, in un clima specificatamente moderno, quando lo sperimentalismo era nell’aria e soprattutto quel bisogno di guardarsi in faccia dopo il terremoto del “miracolo economico”. La forza del moderno, la critica a quella capacità di dotarsi di tutti i poteri conferiti dalla trasformazione, a quel sogno d’onnipotenza unito a un senso di malattia, si è smarrita nei meandri del postmoderno...